2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Tanto forse troppo, quest' opera mette a nudo gran parte di me. C'è stato un momento in cui esprimermi a parole era diventato impensabile, in questa breve raccolta c'è il riassunto di tutte le emozioni che mi sono portata dentro, che forse per troppo tempo ho avuto paura di esprimere. L'aurea di speranza che contorna il libro, è però il simbolo stesso di una voglia di riscatto verso la cosa più bella che ci è stata donata: la vita.
3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Ha significato liberarmi di un fardello che portavo dentro, in un certo senso mi ha portata a crescere; non avevo il coraggio di mostrare le mie sensazioni, ne tanto meno di farle leggere a qualcuno, chiunque esso fosse. Scrivere quest'opera, ma soprattutto avere avuto il coraggio di mostrarla è stato un passo verso me stessa, ha significato mostrare il manifesto della mia vita in ogni sua sfumature, è stato un grido liberatorio contro gli ostacoli della vita.
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
Il titolo in realtà è stata la scelta più semplice, non ho dovuto pensarci neanche un secondo. Ciò che cerco di raccontare è proprio il lasciarsi cullare dalle proprie emozioni, accettarle e non combatterle, trasformale in punti di forza anche quando ci rendono deboli. Le emozioni ci rendono umani, e tutti noi dovremmo esserne fieri: essendo servitori delle emozioni non facciamo altro che essere servi di noi stessi.
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Assolutamente "Il piccolo principe" di Antoine De Saint-Exupery, è un libro senza età, adatto a tutti, anzi necessario a tutti, apre gli occhi sulla complessità umana e sulla vita, ma soprattutto aiuta ad apprezzare ciò che è veramente importante. "L'essenziale è invisibile agli occhi"
6. E-book o cartaceo?
Assolutamente cartaceo, niente è più appagante del poter sfogliare ed odorare le pagine di un libro.
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
In realtà non lo ho mai deciso, scrivo per necessità, probabilmente per egoismo perché ne sento il bisogno. Mi affascina sapere cosa possano pensare gli altri di quello che scrivo, nel bene e nel male. Definirmi scrittrice è forse esagerato, sono una ragazza che con la scrittura, prova, o meglio spera, di lasciare qualcosa, anche la più piccola traccia in chi legge.
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Questa raccolta nasce un po’ per caso riunendo dei vecchi fogli di bozze, era triste vederli lì senza un nesso, senza una loro vita, erano una parte di me che avevo provato a cancellare ma che in realtà necessitava di essere; così ho deciso di riunirli e da lì è nato questo piccolo progetto.
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
Sinceramente non riesco a descriverlo, probabilmente perché ancora non me ne rendo pienamente conto. La sensazione è meravigliosa, è in qualche modo, indipendentemente da tutto, un sogno che si avvera.
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Non lo ho fatto leggere a nessuno fino a quando non ho deciso che avrei provato a pubblicarlo... da lì ho detto: "Mamma, papà, credo di aver scritto un libro".
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Non sono contraria al mondo degli audiolibri, ma personalmente ho la necessità di leggere da me qualsiasi libro, solo in questo modo riesco a renderlo mio, ad essere contaminata dalle emozioni che mi lascia, a darne una chiave di lettura personale.